Il processo di estrusione della plastica

Quando si parla di estrusione plastica ci si riferisce a un processo di produzione di tipo industriale che ha a che fare con la deformazione plastica e che ha lo scopo di realizzare pezzi a sezione costante: può trattarsi, per esempio, di lastre o di profilati, ma anche di barre o di tubi. Questo tipo di procedimento viene impiegato per le materie plastiche, come i materiali termoplastici o la gomma, e per i materiali metallici, come il rame, il piombo, l'alluminio o l'acciaio. Esaminandola più nel dettaglio, l'estrusione presuppone che il materiale da trattare venga forzato per compressione e fatto passare tramite una filiera o matrice, vale a dire una sagoma che riproduce la forma esterna di quel che si vuole ottenere.

Il materiale, quindi, dopo essere uscito dalla matrice viene lasciato raffreddare o sottoposto a un processo di vulcanizzazione se è realizzato in gomma. Per le materie plastiche, il pezzo è introdotto in polvere o in pellet, cioè sotto forma di granuli: ne conseguono il rammollimento - se si ha a che fare con polimeri semicristallini o amorfi - o la fusione - se si ha a che fare con polimeri cristallini -, che sono provocati dal calore che l'attrito tra il materiale e le pareti dell'estrusore causa. Si è soliti distinguere, inoltre, tra estrusione inversa o estrusione diretta. Quest'ultima comporta che il materiale sia compresso dal pistone e fuoriesca dall'altra parte, dove si trova la matrice: ciò vuol dire che il materiale fuoriesce seguendo la stessa direzione del moto del pistone.

D'altro canto, con l'estrusione inversa si verifica esattamente il meccanismo opposto, perché la matrice è solidale al pistone e quindi il prodotto estruso esce in direzione contraria rispetto a quella del moto del pistone. Il vantaggio principale che deriva dal ricorso all'estrusione inversa è che ci sono forze di attrito meno significative, anche se bisogna fare i conti con pressioni minori da parte dell'azione del pistone.

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